LETTERA ANESTI Settembre 2012
Alla memoria di Giuseppe Pinna scomparso il 30 Agosto
Per i matematici scalare la luna senza razzi e moduli spaziali è molto semplice. Basta prendere un foglio protocollo sufficientemente grande dello spessore di un decimo di millimetro e ripiegarlo su sé stesso per 42 volte. Poiché 2 elevato alla quarantaduesima per 0,1 millimetri fà 439.804 kilometri di spessore complessivo e la distanza media terra luna è di circa 384.413 kilometri, il problema di andare sulla luna e oltre per i matematici è risolto con il semplice uso delle equazioni esponenziali; ripiegando poi il foglio non 42 ma 50 volte, sempre secondo i matematici, si potrebbe raggiungere addirittura il sole (cfr Albrecht Beutelspracher “Le meraviglie della matematica” ISBN 978 88 7928 952 8 pag 25).
Senza far ricorso alle equazioni esponenziali e senza scalare fogli protocollo ripiegati su sé stessi, anche le scienze sociali hanno scoperto che ci sono azioni da cui conseguono significativi effetti amplificati. Ad esempio sociologi ed economisti scoprirono tempo fà che, per ogni nuova unità abitativa costruita e venduta, circa 3 famiglie a seguire traslocano in appartamenti migliori rispetto a quelli precedentemente abitati e chiamarono il fenomeno “vacancy chain” (cfr Ivan Chase, professore emerito di Social Organization alla Stony Brook University,“Le Scienze” Settembre 2012, pag 77). Guardando al rapporto fra consumi privati, investimenti, e massa di moneta anche gli economisti John Maynard Keynes e dopo di lui il Nobel 1972 per l’economia, John Hicks, spiegarono che l’effetto moltiplicatore agisce in economia in modo tanto più accentuato quanto maggiore è la propensione degli individui all’incremento dei consumi al variare del reddito e minore quella al risparmio.
La differenza fra un matematico ed un economista è però che mentre il primo non pone un limite logico ai suoi ragionamenti e può andare di conseguenza sulla luna e sul sole senza neppure dover acquistare prima una crema protettiva dai raggi solari, il secondo –l’economista- è sempre dominato dalla cognizione del limite che spesso ama chiamare “punto di equilibrio”. Quando questa cognizione del limite viene meno (disequilibrio consistente e permanente) succede ciò che è accaduto fra il 2007 ed il 2008, ossia interviene la crisi, i cui effetti possono propagarsi nel tempo e nello spazio come le onde dello tsunami, che non si limitano a viaggiare in ampiezza e profondità sul mare e sino alle coste ma viaggiano anche in altezza per centinaia di km sotto forma di alterazione del numero di elettroni rilevati nella ionosfera. Come ? Guardate l’animazione cliccando il link a questo sito (http://www.seg.nict.go.jp/2011TohokuEarthquake/) . Si riferisce al terremoto/tsunami che l’11 Marzo 2011 (alle ore 14,46 del Giappone equivalenti alle 5,49 dello Universal Time) investì Tohoku/Fukushima e agli effetti che si generarono nello spazio ad una altitudine fra 150 km e 250 km nelle circa tre ore successive al disastro. Anche la crisi economica che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo è esplosa in tre dimensioni. Non solamente nella dimensione finanziaria e nell’economia reale ma anche nella dimensione del debito pubblico (una specie di fascia ionosferica della economia che si pensava in gran parte immune dagli effetti della crisi e si riteneva anzi –secondo le teorie economiche tradizionali – addirittura utilizzabile in funzione anti ciclica quale contromisura alla crisi, come era più volte avvenuto in passato allorquando si era aumentato il deficit pubblico per contrastare la caduta della domanda privata di beni di consumo e di investimenti e far ripartire l’economia).
Stavolta è successo qualcosa di molto diverso. L’aumento del deficit pubblico annuale e del debito cumulato complessivo non è andato immediatamente ad impedire la caduta della domanda per beni finali e strumentali, ma solamente ad evitare il default del sistema creditizio e con esso del sistema economico nel suo complesso. La manovra –tutt’altro che keynesiana, perché non ha vivificato la domanda- si è fermata per il momento alle banche; arriverà alle imprese e ai consumatori solo quando l’equivalente in economia dell’esempio delle tre ore circa di interferenze ionosferiche causate dallo tsunami verranno a cessare. Quando ? E’ difficile dirlo se manca un progetto preciso di rilancio della economia europea; siamo ancora privi delle linee prioritarie di intervento sull’economia reale. In assenza di precise decisioni comunitarie (che per cadenza programmatoria europea verranno solo a partire dal 2013/2014 quando si esauriranno i programmi già deliberati e in corso riguardanti il periodo 2007-2013) in alcuni paesi vengono elaborati alcuni progetti a livello nazionale; si tratta però di valutare se per le modalità e metodologie con cui tali progetti sono concepiti questi rispondano appieno ad esigenze correnti o siano ancorati a vecchi stilemi di politica economica e industriale non più adeguati a far fronte alle sfide attuali. EPICLESI (invocazione e auspicio ANESTI): “In particolare i provvedimenti non andrebbero concepiti come tessere di un mosaico privo di disegno unitario”.
Avviare ad esempio, come sta avvenendo in Italia, un progetto di politica energetica che punti ad una massimizzazione delle risorse prodotte all’interno del paese va bene. Ma trascurare il fatto che si debba partire anche da una politica dei consumi energetici più razionale che punti, ad esempio, a trasportare merci su distanze superiori a 50 km non più prevalentemente su gomma, sovvenzionando pesantemente il settore dell’autotrasporto come avviene attualmente, ma favorendo il “modal shift” ossia il trasferimento delle merci per via intermodale utilizzando e combinando sin dove possibile rotte marittime e rete ferroviaria, trascurare tutto ciò dicevamo, costituisce un errore grave. All’attuale prezzo del gasolio il trasporto merci su strada su lunghe distanze, che attraverso le tasse contribuiamo a sovvenzionare, è anti-economico e comunque anticompetitivo anche per i costi ambientali che genera e tanto varrebbe che la sovvenzione venisse erogata direttamente ai consumatori dei beni trasportati che con quell’importo potrebbero andare a far sovente spesa a Parigi o Berlino usando compagnie aeree low cost !
E così per la politica dei valichi alpini e appenninici. Vere strozzature del sistema economico italiano, lacci che soffocano l’economia e che, come secondo paese manifatturiero d’Europa dopo la Germania, non possiamo permetterci di subire. La rete ferroviaria che attraversa Alpi e Appennini va adeguata da subito e ben prima del 2022, anno in cui dovrebbe essere completata la linea Torino Lione, perché il comparto manifatturiero della economia italiana, se vuole sopravvivere, non può aspettare 10 anni che il trasporto merci su rotaia adegui infrastrutture e servizi alle esigenze competitive dell’import/export e perché basta vedere le statistiche dell’interscambio commerciale dell’Italia per capire che trasferire economicamente e competitivamente merci verso il Nord Europa e l’Europa Centrale e Orientale rappresenta una assoluta priorità per il nostro paese, atteso che ben il 40% circa del nostro export viaggia oggi verso appena 9 paesi, tutti a Nord delle Alpi: Germania, Francia, Svizzera, Austria, Belgio, Paesi Bassi, Polonia, Russia, Romania (cfr ISTAT aggiornamento dati sull’impot/export Maggio 2012 http://www.coeweb.istat.it/Performance/perf_paesi.pdf ) .
Un altro comparto essenziale alla sopravvivenza di un sistema economico è la difesa dello spazio cibernetico che non può più essere lasciata all’iniziativa isolata dei singoli. Nessun investitore italiano o estero vorrà insediare o mantenere in vita attività produttive a medio o alto contenuto tecnologico in paesi saccheggiabili da hackers in grado di rubare segreti industriali per via cibernetica o interferire ciberneticamente con attività di produzione e distribuzione, come avvenuto lo scorso Ferragosto e nelle settimane successive con l’intromissione di hackers nei computer della più grossa società produttrice di petrolio al mondo: l’ARAMCO in Arabia Saudita e come sta accadendo con preoccupante regolarità anche in altri paesi interessati da importanti progetti (cfr Intelligence Brief by Cannistraro Asociates August 30, 2012 “Saudi Aramco announced that it had restored full network access to PCs after a malware attack, launched on Aug. 15, infected approximately 30,000 of the organization’s workstations of Saudi Aramco–the state-owned national oil company of Saudi Arabia, as well as the world’s largest exporter of crude oil…. Canadian security agencies have warned energy companies including Imperial Oil Ltd. (IMO) their computers may be attacked by the Anonymous hacker group because of the industry’s work developing Alberta’s oil sands, government documents show…. The hackers are attracted to high-profile projects such as TransCanada Corp. (TRP)’s proposed Keystone XL pipeline, which would ship Alberta crude to the US…. Anonymous has infiltrated the computer systems of Toronto’s police, Bank of America Corp. and the Australian and Syrian governments, according to the 44 pages of documents released by Canada’s foreign affairs department. ….US Federal regulators charged with overseeing the reliability of the electrical grid expressed concerns about proposed cybersecurity standards and warned that existing law may not protect “against fast-moving cybersecurity threats.” The statement from the Federal Energy Regulatory Commission.)
Il costo di questa macchina di autodifesa –vero esercito moderno – va posto a carico dello Stato, partendo da un progetto unitario e creando strutture adeguate sia per competenza sia per obbligo di trasparenza rispetto all’Esecutivo e al Parlamento. Il fenomeno degli attacchi cibernetici su cui ci siamo soffermati già nel numero di Luglio di Lettera ANESTI (www.anesti.it > Lettera ANESTI > Links > Luglio 2012) è in crescita in tutto il mondo; anche negli USA dove Intelligence Brief by Cannistraro Associates in data 6 Settembre 2012 così riferisce “Cybersecurity efforts are hampered by attacks that go unreported by victims unwilling to divulge confidential information according to a research panel. The report said the number of cyber attacks appears to be on the rise, along with financial losses. It said that from October 2011 through February 2012, over 50 000 cyber attacks on private and government networks were reported to the US department of homeland security, including 86 attacks on “critical infrastructure networks“. But it noted that these “represent only a small fraction of cyber attacks carried out in the United States”.
Il settore cibernetico sta diventando inoltre fonte di gravi tensioni internazionali non solo per le sue implicazioni militari e sulla sicurezza nazionale ma anche perchè in grado se mal utilizzato di distorcere la mappa del commercio mondiale a favore dei paesi più spregiudicati che si avvalgono illegalmente di proprietà intellettuali prodotte al di fuori dei loro confini a danno dei paesi meno avvertiti del problema. Scartoffie e fogli protocollo non ci aiuteranno a scalare la luna e nemmeno a difenderci da attacchi cibernetici.