La crisi è arrivata anche a Milano, la nostra città più cosmopolita, l’unica nostra metropoli paragonabile a Londra, Parigi, New York, capitale italiana della finanza, una delle capitali mondiali della moda e delle tendenze di vita.
Anche a Milano ormai è palpabile e visibile, basta osservare i cartelli esposti sui portoni di condomini e negozi con la dicitura “vendesi” o “affittasi”,
Ho parlato con molti costruttori edili ed agenti immobiliari, sembrano anch’essi disperati, daltronde sappiamo tutti che persino le banche rifiutano i mutui immobiliari alle giovani coppie anche in presenza di fideussioni con garanzie ipotecarie dei parenti.
Sappiamo tutti però che quando si ferma l’edilizia si ferma tutto a catena come nel gioco del domino, quindi non si vendono più le automobili, anche i negozi di beni di consumo e gli ipermercati restano desolatamente vuoti.
Ma il denaro dov’è? Come mai non circola più denaro creando cicli virtuosi?
A parte quello sempre meno erogato in opere e stipendi dalle pubbliche istituzioni, locali e nazionali, a causa del grave debito pubblico di uno Stato che, mal guidato da governi indecenti, fin dagli anni ’80 si è ipotecato il futuro delle giovani generazioni spendendo e spandendo e rubando persino (i nodi poi, come si sa, arrivano sempre al pettine), quello dei piccoli risparmiatori italiani è sempre più eroso dalle tasse e dai costi sempre più insostenibili di acqua, luce, gas, benzina, spese scolastiche e chi più ne ha più ne metta.
Resta il denaro dei cosidetti ricchi e quello delle banche.
Purtroppo queste due casseforti, che sarebbero utili se aperte non per beneficenza ma per creare sia ricchezza diffusa sia giusti profitti ai legittimi proprietari mettendone in circolo il contenuto per gli investimenti, restano blindate a doppia mandata, e non soltanto in Italia.
Anche i capitalisti spagnoli e, con il nuovo governo Holland, persino i francesi, a causa della paura di un nuovo “1929” vengono ora invasi da uno spirito conservatore dannoso e blindano le loro ricchezze preferendo, se ci riescono, trasferirle fuori dei loro territori.
Le banche infine, che sono costantemente salvate a più riprese dalla BCE (la quale, ricordiamolo, usa denaro dei cittadini europei) riescono ad ottenere in prestito ingenti capitali dall’Europa praticamente gratis (al tasso di interesse dell’1%) con la promessa di metterlo in circolo per finanziare famiglie ed imprese ma non lo fanno, preferendo anch’esse speculare comprando, per esempio, titoli di stato che lo spread porta a tassi di interesse del 6% avendo così più sicurezza di un ritorno di profitti che, secondo loro, non sarebbe lo stesso se prestassero denaro a cittadini e imprenditori, visto l’aumentata percentuale di sofferenze bancarie registrata negli ultimi anni.
Come sono lontani quei tempi in cui in Inghilterra o negli USA un giovane laureato con un’ottima idea imprenditoriale veniva valutato solo per quella brillante idea e forse finanziato senza che gli si chiedessero le garanzie dei genitori!
Un Bill Gates e i ragazzi dei “garages dell’informatica” come potrebbero nascere oggi?
In Italia non è purtroppo mai stato così ed ora assistiamo pure al paradosso che non viene più accettata dalle banche in garanzia nemmeno la busta paga di un lavoro (ormai sempre più raro) con contratto a tempo indeterminato.
Ma per fortuna ci sono delle eccezioni quasi fossero bagliori di fuoco ancor vivo sotto la catasta di un grande falò che sembra ormai spegnersi per mancanza di vento, in entrambe le casseforti.
Cercate le notizie su quello che fanno per l’economia delle loro zone e per la socialità imprenditori capitalisti come Enzo Rosso della Diesel, oppure Diego della Valle di Tod’s oppure Giancarlo Di Paola di Exprivia.
Guardate gli esempi di due gruppi bancari come Banca Popolare di Bari ed Unicredit.
Il presidente della prima, Marco Jacobini, prosegue con borse di studio e masters a finanziare le giovani intelligenze che non avrebbero i mezzi per esprimere il proprio talento, esattamente come faceva 50 anni fa aiutando gli studenti di Bari ad iscriversi all’Università.
La sua banca continua a finanziare opere pubbliche di interesse strategico per lo sviluppo economico, dal reparto di senologia dell’Ospedale “Miulli” di Acquaviva delle Fonti al reparto ludico per piccoli ammalati dell’Ospedale Oncologico “Giovanni XIII” di Bari, per finire a finanziare, insieme al gruppo alberghiero internazionale “Boscolo” ed all’impresa edile “Fusillo” il restauro del mitico “Albergo delle Nazioni” sul lungomare di Bari, che con il nullaosta preannunciato dal sindaco Michele Emiliano, potrà realizzare a 10 metri un porto da diporto in pieno centro che sarà sicuramente attrattore di incoming turistica soprattutto per ricchi e facoltosi imprenditori russi, visto che la città è già vocata a “Porta d’Oriente” grazie alla presenza delle spoglie del loro santo più amato, San Nicola.
I ricchi russi daltronde stanno già scoprendo tutta la Puglia per le loro mondanità, e questo è il primo passo utile affinché acquistino fiducia nelle nostre capacità e nelle nostre qualità e si convincano quindi ad investire da noi.
Proprio alcuni magnati russi, per esempio, hanno scoperto, a pochi chilometri da Bari, posti unici al mondo come la masseria San Domenico, per celebrare questa estate i loro matrimoni da “mille e una notte” seguendo l’esempio di alcuni sceicchi arabi.
Sono perciò contento che domenica 15 luglio giocatori di Golf europei ed intelligenti imprenditori pugliesi hanno sfidato i 42 gradi, che avrebbero potuto impedire di gustare a Savelletri, sulla costa della Puglia, lo splendido scenario offerto dal San Domenico Golf Club, e si sono incontrati nella festa che ha concluso il torneo di 3 gare, cominciato due sabati prima al castello di Acaya Golf Club nel Salento e proseguito la domenica precedente al Barialto Golf Club, grazie al neonato “Apulia Golf District”.
Tutto questo è stato possibile per l’intuito avuto dall’architetto Giuseppe Germano, che ha convinto sia l’editore milanese Fobo Adv che il direttore del più autorevole magazine di riferimento, Golf People Club Magazine, Stefano Masullo, a puntare sulla Puglia coinvolgendo la locale Associazione “Do You Golf” di Ester Monacelli e Paola Maranzana, il presidente del Consorzio di resorts “Terrantica” Stefano L’Abbate, che ne ha lasciato la specifica operatività al direttore Gianni Spano.
Quando era stato chiesto il mio contributo professionale sia per quanto riguarda l’aspetto mediatico (principalmente televisivo) sia per creare sinergie col progetto di marketing “Milano Food&Moda” del quale sono project manager, ho chiesto una settimana di tempo per riflettere ed alla fine ho accettato, coinvolgendo anche le prestigiose testate “Italia da Gustare” e “Club Italia Magazine” con le quali collaboro da anni.
Da settimane gli anticicloni africani chiamati prima “Scipione l’Africano” e poi “Caronte” avevano portato un caldo quasi insopportabile anche sulla regione Puglia ormai considerata la “California d’Europa”, mancava solo “Lucifero” ed infatti è arrivato puntualmente lunedì 16 luglio col nome di “Spread”.
Il differenziale tra i bund tedeschi ed i buoni del Tesoro italiani ha sfiorato di nuovo i 500 punti base, il che vuol dire che lo Stato, cioè tutti noi, dobbiamo pagare quasi il 6% in più di interessi a chi li compra per finanziare il nostro debito, non accadeva da novembre col governo di Silvio Berlusconi, quindi nemmeno la cura dei professori, guidati da Mario Monti, ci ha salvati dalle speculazioni borsistiche.
Eppure Mario Monti sta spendendo molti giorni del suo tempo prezioso proprio in Russia questa estate , sia col presidente Putin che con il Pope Moscovita capo della chiesa ortodossa, perché anche il Professore ritiene che ci salveranno anche e soprattutto i gradimenti esteri delle nostre qualità intrinseche, perciò sono importanti le relazioni coi paesi economicamente in crescita, per esempio sia mercati come quello russo sia al contempo grandi investimenti in Italia di capitali come quelli russi.
Bari e la Puglia li aspetta a braccia aperte perché ritiene di possedere tutte le carte in regola,soprattutto nei comparti dell’Agroalimentare e dell’ Incoming Turistica di qualità, per cui lo scambio sarò certamente alla pari, potendo vendere “qualità”.
Possiamo inaugurare perciò uno stile di vita “Fast&Slow” proprio in Puglia, uno stile che si diffonda nell’intero paese, veloce nelle decisioni, come mi insegna da tempo l’amico Felice Delle Femine, responsabile centrosud Unicredit, il quale ha da tempo notato nelle sue missions di lavoro estere che, nei paesi che consideriamo a torto più arretrati di noi, la Turchia per esempio, si decide alla velocità di internet mentre noi siamo ancora abituati ad “aspettare le calende greche”, lento nel gustare la vita, senza stess, lavorando con precisione, professionalità ed onestà senza però perderci in inutili bizantinismi, tagliando quindi i rami secchi che portano via tempo prezioso quasi con una sorta di “spending review” delle nostre public relations, una ingegnerizzazione del nostro tempo, veloci di cervello ma lenti, perché “sicuri di noi” nell’operare (come la lentezza dei vecchi artigiani che non avevano bisogno di ostentare velocità e fretta per dare valore aggiunto al proprio lavoro, anzi il contrario, il valore derivava proprio dalla precisione e cura che richiedeva “tempo”), imparando dallo stile Slowfood non a mangiare ma a degustare i nostri cibi (che tra l’altro tutto il mondo ci invidia).
A proposito faccio i miei complimenti a Promomedia, società di comunicazione di Bari, che nel pubblicizzare nuove tariffe di un suo cliente della telefonia, ha deciso di fare una promozione per le strade della città facendo regalare ai passanti dalle hostess pacchi di “pasta di qualità”, di questi tempi, poi, una promozione pubblicitaria molto gradita dai fruitori al contrario degli invadenti volantini nella posta oppure delle invasive telefonate dei call center a tutte le ore.
Vivere Slow ci farà gustare la nostra vita che non è infinita ed anzi è molto corta, avete mai considerato che vivendo sempre di fretta, pieni di impegni (che ci inventiamo ad arte) alla fine del mese o dell’anno ci ritroviamo a pensare come il tempo sia passato in fretta senza che ce ne siamo accorti? Alla fine finirà tutto senza che ce ne accorgiamo (e senza che ce lo gustiamo).
Invece, per assurdo, quando viviamo con lentezza siamo capaci di scandirlo il tempo e ricordiamo tutto ciò che facciamo (perché facciamo solo cose importanti) e quasi fosse una contraddizione ci ritroviamo a considerare che “il tempo non passa mai”.
Così, però, vivremo meglio e più a lungo.
Il grande manager Giancarlo Di Paola ha teorizzato addirittura l’Ozio Creativo, applicandolo nelle sue aziende con risultati sorprendenti.
Sere fa, invitato da Samuele Petruzzi di Slowfood ho scoperto il parco naturale regionale delle Dune Costiere in Puglia, proprio vicino la famosa masseria S.Domenico, tra Torre Canne e Torre San Leonardo, dove mi ha accolto il proprietario di “masseria Brancati”, Corrado Rodio.
L’ho ascoltato in silenzio mentre parlava a dei signori tedeschi, proprietari di ristoranti a Bonn e Berlino, facendo loro visitare il frantoio ipogeo (scavato nella roccia sottoterra) dove con stupore noi tutti abbiamo scoperto, oltre ad una già di per sé rara macina del medioevo, il cui motore propulsore erano gli asini ed i muli, anche una incredibile macina costruita dagli antichi romani ma soprattutto una macina messapica, costruita quando è nato un vecchio signore che ho poi incontrato all’uscita, un signore che respira ed ha tutte le sue funzioni vitali in perfetto stato, un grande albero di olivo dal tronco che sembra una scultura di Dio, che ho abbracciato con emozione, un essere ancora vivente che è stato piantato ben trecento anni prima che nascesse Gesù di Nazaret!
Conoscevo gli ulivi secolari della piana fra Brindisi e Monopoli,nascosti fra i circa sessanta milioni di alberi che in Puglia godono di un clima che nessuna regione al mondo può offrire loro, che i Romani custodivano gelosamente traendone l’oro liquido (usato per illuminare tutta Roma, per medicine e cosmetici, infine per allietare il cibo) ma non immaginavo ci fossero vecchi signori millenari, al cui confronto i nostri cento anni di vita sono poca cosa, e questi esseri viventi sono arrivati vivi fino a noi dai tempi dei faraoni d’Egitto vivendo molto slow, adattandosi lentamente ai venti dell’adriatico contorcendosi nel busto, alle siccità delle puglie, ai fulmini dei millenni.
L’impianto di questi olivi era già stata documentata da Lucio Giunio Moderato Columella, che nel primo secolo dopo Cristo scrisse il “De Re Rustica” e per la precisione nel quinto dei dodici libri del trattato, ma nessuno ci credeva fossero ancora vivi fino a quando l’università di Bari non ha raccolto pezzi di radici fossili sotto la pianta datandole col carbonio14.
L’olio che se ne ricava oggi, nel 2012, da questa pianta, spalmato sul pane di Altamura cotto a legna con lievito madre e coi pomodorini della vicina Torre Guaceto, oasi protetta dal WWF, hanno incantato gli ospiti di Berlino !
Dando esempi di fast&slow stylelife con buone pratiche concrete spero che questa filosofia sia da stimolo anche ai grandi stakeholders dell’economia, Istituzioni, Banche e Media, nel “fare sistema” per aiutare le economie locali e, di conseguenza, dare il loro contributo alla macro economia del nostro paese.
Fare sistema, mettere cioè in rete le Istituzioni di Governo (locali e nazionali), gli Istituti di Credito “virtuosi” e le Aziende manifatturiere d’eccellenza mi sembra l’unica strada per poter intraprendere un nuovo cammino ormai non più procrastinabile, questi protagonisti devono non solo e non più semplicemente “parlarsi” fra loro ma occorre che operino insieme sinergicamente, se vogliamo che si avveri la profezia di Mario Monti riguardo ad un’Italia autosufficiente che non avrà mai pezzi di territorio che chiedono aiuto per non morire,come purtroppo stanno facendo ben sei regioni importanti della Spagna al loro governo centrale, e quindi ad Europa ed alla BCE in queste ore.
Ho “sentito” anche in questi giorni per la prima volta il muto ”Urlo di Munch”, la voce, quasi fosse un ottimo doppiatore cinematografico, era quella dell’ingegner Luca Montrone, presidente del noto Gruppo televisivo Telenorba e presidente dell’Alpi, Associazione nazionale delle Emittenti locali.
Da ben 19 anni esiste una legge, la “422”, che dovrebbe finanziare in parte le emittenti televisive locali perché sono un servizio pubblico, alla stregua degli asili nido o degli ospedali o delle scuole.
Costantemente e puntualmente, periodicamente, da tutti i governi, vengono messi lacci e laccioli, per non dire bastoni fra le ruote con ritardi burocratici e scuse invereconde, per non attuarla in pieno ed in tempo nei finanziamenti alle televisioni con concessioni regionali, mentre si sono sempre favorite negli anni sia la RAI che Mediaset che potrebbero già vivere con la sola raccolta pubblicitaria sul mercato dove sono quasi monopoliste (a Mediaset perfino io ho portato il mio piccolo contributo di circa un milione di euro con budget di miei clienti pubblicitari !!).
Eppure nei giorni scorsi, con un voto bulgaro (480 su 483) persino il parlamento aveva rifinanziato il fondo alle emittenti locali per questo triennio riportandolo alla soglia minima di 150 milioni.
Ma il governo Monti, pur nell’encomiabile cammino di “spending review” che ha intrapreso, ha affidato all’ottimo professor ingegnere Francesco Giavazzi l’incarico di rivedere le “spese di stato” e purtroppo quest’ultimo ha deciso di tagliare ben 30 milioni da questo fondo, proponendone addirittura l’azzeramento totale !!!
Pur con tutto il rispetto per mamma RAI e zia Mediaset, tutti sanno che le notizie locali e regionali vengono date dalle emittenti locali e quelle dei TG nazionali sono invece “omologate” e quasi sempre tutte simili (perchè unica è la fonte di reperimento, in genere l’Ansa senza perder tempo a mandare gli inviati in campo).
Tutti sanno anche che le economie locali sono basate sulle piccole e medie aziende che si promuovono proprio sulle emittenti locali, perchè prima di voli pindarici di aggressione dei mercati esteri è necessario il consumo dei prodotti a casa propria da parte dei consumatori conterranei,quelli che, se ben informati, dovrebbero essere più fedeli e più orgogliosi dei propri “brand” di qualità.
Ma le piccole/medie aziende, che poi sono il tessuto connettivo dell’economia nazionale, non hanno più molte risorse da investire nei media televisivi, e tagliare anche i piccoli aiuti statali sarebbe un colpo mortale sia all’informazione (quindi alla democrazia tanto sbandierata) sia alla promozione economica dei territori.
I fondi di sostegno alla carta stampata per il momento non vengono, per fortuna, messi in discussione, perchè in Parlamento sono ancora rappresentati i vecchi partiti che altrimenti vedrebbero cancellate di colpo le loro testate di riferimento, ma un nuovo parlamento potrebbe farlo in futuro sull’onda delle nuove mode ideologiche di rivolta.
E’ chiaro che bisogna incentivare le nuove tecnologie massmediatiche, dalla rete alla banda larga, come è chiaro che televisioni e giornali devono trovare le principali risorse sul mercato in libera competizione fra loro, ma bisogna stare attenti a cancellare “tutti” i vecchi mediatori, anche i libri stampati su carta, come ha ben spiegato Baricco presentando lo splendido libro “Ultime indiscrezioni sui barbari” in piazza a Bologna durante i giorni d
ell’inedito laboratorio voluto dal quotidiano Repubblica ed intitolato “La Repubblica delle idee”
Aiutiamo tutti quindi il prof. Giavazzi a riconsiderare le sue pur legittime opinioni ed ascoltiamo tutti l’urlo muto dell’ing. Montrone da Conversano, Puglia.
Mi sembra che persone dotate di grande intelligenza e di spirito creativo, delle quali è certamente composto il popolo italiano, proprio nelle difficoltà riescano a dare il meglio di sé.
Sono ottimista perché sto ricevendo buoni segnali in tal senso, per esempio, proprio io ho fortemente voluto l’incontro con Felice Delle Femine, responsabile area CentroSud Italia del più importante gruppo bancario europeo UNICREDIT e l’avvocato imprenditore barese Fabrizio Lombardo Pijola, perchè ritengo che fare sistema ora più che in qualsiasi momento del passato sia di vitale importanza per tutto il paese Italia e per l’economia ed il futuro dei giovani e delle famiglie del centro/sud in particolare.
Nei mesi scorsi parlando con il dott. Delle Femine in Confindustria dei laboratori UNICREDIT per il Sud in “Automotive, Agroalimentare e Incoming Turistica” e poi successivamente relazionandomi con l’avvocato Lombardo Pijola, già presidente del network Antennasud, prossimamente socio in Puglia di Oscar Farinetti per l’apertura in Fiera del Levante di Eataly (con un investimento di euro sei milioni) mi ero convinto che ci fossero molti punti in comune fra di loro e mi ero già proposto ad entrambi nella veste di “communication manager”, quale amplificatore delle importanti informazioni relative ai loro progetti, non solo verso la popolazione ma sopratutto verso le imprese, seguendo la mia mission imprenditoriale di “mettere in rete” alcuni Protagonisti dell’economia che penso sia importante siano più informati e coinvolti, distratti a volte perchè giustamente concentrati sui propri affari, al fine di creare nuove sinergie fra loro, le istituzioni, i mezzi di comunicazione e quindi, di conseguenza, facendo sia i loro interessi che quelli dei buyers internazionali (da coinvolgere sempre più) ma in special modo dei cittadini che sono finalmente i nuovi consumatori consapevoli in un mercato globale che offre di tutto e di più.
Per questo motivo infatti ho stretto un accordo con Lombardo Pijola per una nuova ed innovativa trasmissione settimanale sui suoi media e che partirà il prossimo autunno.
Entrambi i miei interlocutori erano poi a conoscenza del progetto di showroom permanente a Milano riservato alle “eccellenze di nicchia” dell’agroalimentare in connubio col mondo della moda italiana, di cui quella città è leader mondiale, preparando così per tempo il terreno, alle aziende che intendano parteciparvi, affinché siano pronte a presentarsi al mondo nei sei mesi nei quali il mondo verrà da noi per EXPO 2015, appunto con “Milano Food&Moda” di cui sono project manager.
Il 27 aprile scorso uno dei nostri migliori imprenditori italiani, Leonardo Del Vecchio, proprietario di Luxottica, ha portato, tramite la controllata Delfin Sarl, il suo peso azionario in Unicredit al 2,005 dal 1,4 % e nello stesso periodo l’istituto di credito diventava leader in Europa, al terzo posto in Germania e Russia, al primo in Polonia.
Il CDA Unicredit ha approvato il nuovo assetto societario il 10 luglio, dividendo la nostra penisola in sette macro regioni, NordOvest, Lombardia, NordEst, CentroNord, Centro, Sud, Sicilia, guidate dal country chairman Gabriele Piccini, e divise in 77 aree commerciali, territori ai quali sono state date maggiori deleghe in termini di prezzi e crediti.
Giovedì 19 luglio, alla presenza del direttore Unicredit di Puglia dott. Antonio Riccio, ho avuto quindi questo incontro di un’ora circa, molto interessante, con il dott. Delle Femine e con l’avvocato Lombardo Pijola.
Ho tra l’altro comunicato loro che miei riferimenti privilegiati e quindi utili ad una nuova sinergia mediatica sono sulla piazza di Milano i prestigiosi magazines “Gustare l’Italia” e “Golf People Magazine”, scelti perchè parlano a due mondi che, se bene informati, porterebbero dei vantaggi a tutti oltre che a se stessi, il mondo del Golf e quello dell’Engastronomia.
Felice Delle Femine ha espresso ottimismo per il futuro, sperando che in Italia succeda ciò che ha notato con stupore nel suo recente viaggio in Turchia (anche qui Unicredit è banca leader del mercato) dove vi è un formidabile fermento delle nuove generazioni e di neolaureati che creano nuove imprese, una rapidità decisionale che si augura investa anche i giovani italiani in maniera più massiccia.
I segnali sono buoni perchè i progetti di giovani imprenditori del sud Italia premiati ed ammessi a finanziamenti dedicati, nella kermesse recentemente svoltasi a Napoli e promossa da Unicredit, sono stati tutti di alto profilo qualitativo (fra i primi vincitori anche due progetti di innovative tecnology provenienti dalla Puglia).
Unicredit ha fatto poi partire dalla Sicilia “East Gate 2.0” con una massiccia presenza di imprese di quella regione che vogliono internazionalizzarsi con gli strumenti più adatti al terzo millennio ed hanno accolto con favore la spinta propulsiva di questo Istituto di Credito sopratutto per l’Agroalimentare ed il Turismo congressuale, perchè Unicredit è ormai ben radicato in 22 paesi europei con ben 940 filiali in Russia e 106 in Germania, per esempio.
Il presidente Lombardo Pijola ha fatto notare come la città di Bari debba essere messa al centro dei futuri progetti verso tutto l’est europeo non per spirito campanilistico essendo lui barese doc ma perchè obiettivamente questa città viene sempre più da tutti considerata la “Porta d’Oriente” e soprattutto dai popoli slavi di religione cristiano ortodossa, avendo Bari in custodia, nella Basilica di San Nicola le ossa del Santo molto amato sopratutto dai Russi e dai Rumeni, ed avendo donato a Mosca la Chiesa Russa che quindi è a tutti gli effetti territorio russo come lo sono le ambasciate di tutte le nazioni, infatti certi giorni, entrando nella piazza barese di San Nicola, guardando i volti, gli abiti ed ascoltando le lingue, sembra di entrare in un quartiere di Mosca.
L’emittente barese Antennasud ha perciò deciso di investirci, cablando tutta la basilica e installandovi una regia televisiva fissa per i collegamenti in diretta.
Antennasud guarda anche ai paesi del Magreb ed infatti ha inaugurato il primo Telegiornale in lingua araba, ma Lombardo Pijola da bravo imprenditore, (persino il suo studio legale mi sembra una fabbrica per il gran numero di giovani avvocati associati, forse perché anche nella sua professione esplica la sua naturale ed istintiva genìa imprenditoriale che evidentemente ha già nel suo DNA) ha contemporaneamente inaugurato un progetto di certificazione dei “prodotti alimentari” per i mercati arabi.
Il Tg Aral di Antennasud aiuta l’integrazione dei cittadini arabi che lavorano da noi e la certificazione araba dei nostri cibi aiuterà sicuramente le nostre aziende produttive nei confronti dei consumatori arabi.
Infine Fabrizio Lombardo Pijola si è detto molto attento da sempre alle tematiche ambientali e per questo motivo è entrato nell’azionariato dell’azienda di Treviso “Domotecnica”, la rete italiana più importante di specialisti nell’efficenza energetica e nell’utilizzo di fonti rinnovabili, vocata all’installazione di nuove tecnologie sia nei condomini residenziali che nelle aziende manufatturiere.
Questo a mio parere potrà essere un immediato punto di contatto sinergico con Unicredit, avendo l’avvocato invitato il dott. DelleFemine, in veste di relatore, al grande “Convegno sull’efficenza energetica” che sta organizzando a Torino per i giorni 14 e 15 settembre 2012.
Non a caso penso a questa immediata sinergia, perchè Unicredit è partner con Fondazione WWF e Solon di OFFICINAE VERDI, neonata S.p.A. amministrata da Giovanni Tordi, che ha come mission proprio l’energia autoprodotta da noi cittadini e quindi a chilometro zero, nella quale il socio “Fondazione WWF” avrà il compito di vigilare sull’impatto ambientale, Unicredit fornirà la consulenza ed i prodotti finanziari dedicati agli investimenti ed il socio Solon costruirà i prodotti da installare.
Questo sarebbe già un buon esempio di inizio di collaborazione sistemica fra comparti diversi ma tutti utili alla nostra economia, se finalmente non saranno più chiusi nella loro individualità (quasi fossero compartimenti stagni che sono utili solo sulle navi in caso di allagamento) ma opereranno insieme, le banche ed i massmedia, la comunicazione e le aziende manifatturiere, ma per il bene di tutta la comunità, spero che anche la classe politica e gli amministratori pubblici si integrino presto in questa nuova rete virtuosa dell’economia che vedo nascere per un mondo nuovo necessario.
di Saverio Carlo Buttiglione