L’accelerazione ribassista del pomeriggio è stata alimentata dalle cifre relative al mercato del lavoro riferite al mese di giugno. I numeri sono stati peggiori delle attese, ma questo potrebbe non essere sufficiente a far intervenire la Fed. Le previsioni degli esperti.
Anche in quest’ultima seduta della settimana le vendite stanno avendo la meglio sui mercati azionari sia europei che americani, già reduci ieri da un’altra chiusura negativa. A pagare il conto più salato di tutti è Piazza Affari che vede l’indice Ftse Mib muoversi a ridosso dei 13.800 punti, con una flessione di due punti percentuali.
I mercati, e in particolare quello domestico, hanno mostrato un andamento debole già nel corso della mattinata, anche se l’attacco ribassista più consistente è arrivato nel pomeriggio, con la diffusione del report sull’occupazione Usa.
Il Dipartimento del lavoro ha fatto sapere che nel mese di giugno il tasso di disoccupazione è stato pari all‘8,2%, in linea con la lettura di maggio e con le attese degli analisti. Nessuna sorpresa dunque per il mercato che non ha digerito invece l’aggiornamento relativo ai non farm pay-rolls. A giugno sono stati creati 80mila nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo, in lieve rialzo rispetto alla lettura di maggio che è stata rivista verso l’alto da 69mila a 77mila unità, mentre la rilevazione di aprile è stata rivisitata al ribasso da 77mila a 68mila unità.
Sono stati proprio i nuovi occupati nel settore non agricolo a deludere e spaventare il mercato, e malgrado le indicazioni negative, non è bastata a sostenere i listini l’attesa per nuove misure di intervento da parte delle autorità monetarie. Nelle ultime settimane infatti i mercato hanno ragionato in questa direzione, salutando aggiornamenti negativi con reazione piuttosto composte, in vista di una maggiore possibilità di interventi monetari.
Gli investitori però sanno anche che le munizioni a disposizione delle autorità si stanno progressivamente esaurendo, per cui sarebbe senza dubbio meglio avere degli aggiornamenti macro positivi che possano segnalare un seppur timido miglioramento del quadro generale.