Presso la splendida cornice del Golf Club Monticello, Andrea Alpini, Direttore Itinerari Golfistici Culturali del nostro Magazine, unitamente al Consigliere del Golf Monticello, Aldo Invitti di Conca, hanno incontrato la poetessa e scrittrice lariana:Laura Cecilia Garavaglia.
Durante l’incontro la poetessa ha raccontato, oltre che se stessa, lo stato dell’arte della poesia a Como, i festival culturali da lei organizzati e il fermento culturale che poco alla volta si sta impadronendo dei comaschi.
Quella che segue è una lettera aperta della poetessa Garavaglia, uno scritto di ampio respiro nato durante l’incontro avvenuto nell’esclusiva cornice della Club House di Monticello.
Sabato 14 aprile a Como, nella splendida cornice di Villa del Grumello, si terrà la seconda edizione del Festival di poesia “Europa in versi. La cura della poesia”, organizzata da La Casa della Poesia di Como con il patrocinio e il contributo di vari enti pubblici e privati.
La Casa della Poesia di Como è un’associazione culturale che si occupa di diffondere la poesia contemporanea sul territorio lariano (ma non solo), attraverso le voci dei maggiori poeti contemporanei italiani e stranieri. Presidentessa e socia fondatrice è Laura Garavaglia, poetessa ( è autrice di varie raccolte di poesie), giornalista pubblicista e animatrice di rassegne culturali (Parolario, Premio Fogazzaro, Premio Alda Merini) e di interventi nelle scuole di Como per accostare i giovani al linguaggio della poesia.
Il titolo del Festival organizzato per sabato 14 aprile, “La cura della poesia”, già evidenzia il significato di questo evento: il profondo valore umano ed etico della poesia, vissuta non solo come un modo di abitare il linguaggio e quindi un modo di abitare la vita, come scriveva Antonio Porta, ma come capacità di elaborare il dolore, fisico e spirituale, della malattia. Affrontare, se non eliminare, la sofferenza attraverso il significato profondo della parola poetica. La poesia infatti offre momenti intensi di astrazione e fuga da una realtà che spesso sentiamo distante da noi, ma anche la possibilità di scorgere nella contingenza dei nostri problemi, un respiro universale.
A testimoniare il valore terapeutico della poesia saranno durante la giornata medici, psicologi, poeti impegnati nelle Medical Humanities: il professor Graziano Martignoni psichiatra e psicoanalista, responsabile dell’Osservatorio per le Medical Humanities della Scuola Universitaria professionale della Svizzera Italiana e vice direttore della Rivista per le Medical Humanities dell’Ente Ospedaliero cantonale del Canton Ticino, il professor Gianpaolo Donzelli, neonatologo dell’Ospedale Meyer di Firenze, la dottoressa Patrizia Trimboli, psicologa e counselor ad orientamento clinico, il professor Mario Guidotti, primario di neurologia dell’Ospedale Valduce di Como.
Medical Humanities: un insieme di discipline che pongono la medicina in una prospettiva molto diversa da quella oggi dominante, mettendo in crisi il prevalere della scienza e della tecnologia rispetto alle scienze umane e alle discipline umanistiche , indispensabili nell’ affiancare le prime nella cura del malato.
Si tratta di un’altra chiave di lettura della realtà, di “pensare in altra luce” come ha scritto la filosofa spagnola María Zambrano: non più solo curare, ma anche “prendersi cura” della persona nella sua totalità, integrando la conoscenza scientifica del corpo con la conoscenza “umanistica” delle esperienze del malato.
Ecco dunque l’importanza delle scienze umane e delle discipline umanistiche, in particolare della poesia,indispensabili nell’etica della cura: non solo curare, ma “prendersi cura” della persona; integrare la conoscenza scientifica del corpo con la conoscenza “umanistica” delle esperienze del malato, partendo dal principio che la salute non è solo un benessere fisico ma anche una condizione psicologica e sociale.
E’ la concezione ippocratica della medicina che vede medico e paziente alleati contro la malattia, riscoperta del pensiero simbolico-mitologico-magico tanto importante quanto quello empirico-tecnico-razionale .
Il Festival ospiterà quest’anno poeti stranieri provenienti dal sud dell’Europa e il nord Africa, dove la poesia è più che mai viva. Ascolteremo dunque la voce del portoghese Gastão Cruz, che tanto ha contribuito durante gli anni 60 e 70 al rinnovamento del linguaggio poetico portoghese, affermando che “ senza le parole giuste non ci sono emozioni in poesia” ; apprezzeremo la semplicità e al contempo la forza dei versi del giovane spagnolo Juan Carlos Reche; le liriche limpide e asciutte, minimaliste del francese Alain Veinstein, lontane da ogni pronuncia lirica o oratoria; Le intense poesie d’amore della marocchina Fatiha Morchid che oscillano tra l’abbandono fiducioso a questo sentimento considerato come sicuro approdo e la passione che sconvolge e annienta.
Tra gli italiani, alcuni dei maggiori poeti contemporanei: Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Bianca Maria Frabotta, Giampiero Neri, Antonio Riccardi . E poi poeti che vivono e scrivono sul nostro territorio, terra di confine tra Italia e Svizzera: Giorgio Prestinoni, Fabiano Alborghetti, Pietro Berra, Wolfango Testoni e il poeta dialettale Basilio Luoni. Ci sarà anche una sezione riservata ai giovani. A chiudere il Festival, durante il quale ascolteremo anche un concerto degli allievi del Conservatorio “G. Verdi” di Como, saranno infatti due poetesse emergenti nel panorama letterario italiano: Lucrezia Lerro e Carla Saracino.
Per gli aspiranti poeti sarà allestita anche una “bottega di poesia”, iniziativa cha già lo scorso anno ha riscosso un grande successo: il poeta Mario Santagostini offrirà un parere critico a chi vorrà far leggere i propri versi.
Sarà una giornata durante la quale riuscire a comprendere dove va oggi la poesia, quali strade sta percorrendo, quale aiuto può offrire a chi ad essa si accosta con animo sincero e con la consapevolezza che, come scrisse Tommaso Ceva, matematico, abate gesuita del XVI secolo “la poesia è un sogno in presenza della ragione”.
Laura Cecilia Garavaglia
Per informazioni: www.lacasadellapoesiadicomo.it