La Regione Lombardia aiuta i separati
di Pierpaolo Molinengo «Grazie ad un accordo con le banche – ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni – il mutuo potrà essere sospeso per 4 o 8 anni per poi riprenderlo una volta migliorata la propria situazione economica. Il risparmio potrà essere anche del 50%».
Ma di cosa stiamo parlando? Ma del nuovo patto salva-mutui e sostegno ai separati della Regione Lombardia. Grazie a questa nuova iniziativa le famiglie in difficoltà nel pagamento del mutuo potranno trasformarlo in un affitto calmierato della durata di 4 anni, rinnovabile di altri 4, per poi riprendere il normale abbattimento del debito contratto.
«Negli ultimi anni – ha detto Zambetti – è molto cambiata la tipologia di persone che richiedono case a prezzo calmierato. Per questo, Regione Lombardia ha attivato 2 nuovi bandi ad hoc». Il primo riguarda le famiglie monoparentali, grazie al quale i coniugi separati legalmente (con reddito Isee Erp tra 9.000 e 40.000 euro) anche con figli minori, potranno accedere ad alloggi non destinati all’edilizia pubblica tradizionale.
A Milano, ad esempio, nel quartiere Gratosoglio ci sono 40 mini alloggi. Il bando, aperto lo scorso 16 gennaio, chiuderà il 19 marzo. Il secondo bando è dedicato alle Forze dell’ordine: in raccordo con la Prefettura di Milano, l’Aler ha messo a disposizione circa 180 alloggi di piccole dimensioni, favorendo in questo modo il mix sociale e migliorando la sicurezza nei quartieri. Ulteriori iniziative per le Forze dell’Ordine verranno avviate su tutto il territorio regionale.
Formigoni ha anche ribadito «l’impegno costante di Regione Lombardia» con il sistema bancario su due fronti:
– abbattere del 2% l’interesse sui mutui per l’acquisto della prima casa (a disposizione 5 milioni di euro nel 2012) da parte delle giovani coppie grazie alla collaborazione di ABI e Finlombarda;
– prevedere misure di sostegno al disagio acuto soprattutto per quanto riguarda il pagamento del canone di locazione (16 milioni di euro).
La Città di Roma acquista
complesso immobiliare La Giunta comunale di Roma ha approvato l’acquisto di un complesso immobiliare a Settecamini per realizzare alloggi da assegnare ad anziani. Il complesso, fa sapere l’assessore Lucia Funari (Patrimonio e Politiche abitative) che ha proposto il provvedimento, comprende anche un “alloggio multifunzionale” da adibire a casa famiglia.
Le case, precisa l’Assessore, “saranno assegnate completamente arredate e immediatamente abitabili”. La delibera passa all’approvazione dell’Assemblea Capitolina e, dopo il via libera definitivo, “si procederà alla consegna degli alloggi”.
Si tratta, afferma Funari, dell’attuazione «di uno dei molti punti del piano casa avviato dalla Giunta” e “di una risposta concreta alle esigenze degli anziani».
L’Imu: proviamo a fare due conti Quanto e in che modo la nuova Imu andrà ad incidere sulle tasche delle famiglie italiane? A rispondere a questa domanda ci ha pensato la GGIA di Mestre, che ha provato a fare due conti e a vedere quanto andranno a pagare i contribuenti, tenendo conto, delle dovute detrazioni.
L’Imu sulla prima casa sarà più leggera dell’Ici, almeno per quasi tutte le famiglie con figli a carico. In termini assoluti, invece, l’Imu peserà mediamente di più sulle tasche dei proprietari di prima casa residenti a Roma (397 €), a Bologna (345 €) e a Bari (297 €).
Nell’applicazione della nuova imposta, si è considerata la detrazione di 200 euro prevista dalla legge per ciascuna abitazione principale e gli ulteriori 50 euro che saranno riconosciuti per ogni figlio a carico (under 26), sino ad un massimo di 8.
A fronte di queste ipotesi, la CGIA ha “costruito” due scenari:
1) Differenza Ici/Imu prima casa senza figli a carico;
2) Differenza Ici/Imu prima casa con figli a carico.
Per le abitazioni di proprietari senza figli a carico, i vantaggi saranno di tutto rispetto soprattutto per gli immobili ubicati a Savona (-134 euro), a Taranto (-133 euro), e a Varese (-101 euro).
“Solo” 33 Comuni capoluogo su 101 (pari al 33% circa del totale) subiranno degli aumenti rispetto a quanto pagavano con l’Ici. Gli incrementi più significativi interesseranno Bari (+70 euro), Roma (+71 €), Lecce (+72 €) e Venezia (+78 €).
Per le prime case di proprietari con un figlio a carico la situazione migliora ulteriormente. Solo 8 Comuni capoluogo si troveranno a pagare di più rispetto a quanto pagavano prima, mentre con ulteriori figli a carico in tutte le città l’Imu sarà più leggera dell’Ici.
A Roma tengono le ristrutturazioni “Siamo preoccupati soprattutto perché dopo anni di crisi, neanche il 2012 sarà l’anno della ripartenza – ha detto Alessandro Maruffi, presidente Cna Costruzioni di Roma -. In questa situazione manca il supporto pubblico alla domanda, ancora più evidente se si allarga l’orizzonte temporale di osservazione: tra il 2005 e il 2011 il numero di gare pubblicate è passato da 1.437 a 641. Ulteriore elemento negativo è il fatto che dei 5,5 miliardi messi a bando nel 2011, il 73% è relativo a sole 2 gare, nonostante le imprese chiedano da anni che si attivi un programma di opere medio piccole, immediatamente cantierabili e capaci di dare sostegno all’economia del territorio in tempi rapidi”.
Il valore della produzione in edilizia a Roma e provincia, stima il CRESME per il 2012, è in calo dell’1,3%, ma va meglio del 2011 (-7,3%). Il numero di imprese di costruzione attive è in leggero aumento (+1,1%), ma non ha creato occupazione, anzi: l’anno scorso le aziende hanno tagliato del 6,9% il personale, mentre le ore di CIG straordinaria sono aumentate del 114,8%.
Nel mercato privato le stime per il 2012 per le nuove costruzioni sono in calo (-6,4% i nuovi volumi residenziali ultimati), ma comunque in miglioramento rispetto alla flessione del 12,6% registrata nel 2011.
In flessione il mercato immobiliare residenziale: nella Capitale le compravendite di abitazioni sono scese, negli ultimi 5 anni, del 17,5% e di pari passo è calato l’ammontare dei mutui concessi (da 1,8 milioni di dicembre 2010 a 1,4 milioni di settembre 2011).
Nel settore pubblico il numero delle gare, nel 2011, è in frenata (-5,7% in provincia e -2,2% nella Capitale).
Per trovare aumenti a due cifre bisogna andare alla voce “Partenariato Pubblico Privato”: le iniziative sono aumentate del 24%.
Modesti segnali di ripresa per la riqualificazione per la quale, dopo tassi negativi più contenuti nel biennio precedente, si stima una crescita dell’1% nel 2012, che si affida alla intensificazione degli interventi su balconi e facciate pericolanti e in generale alla tendenza a riqualificare le abitazioni esistenti, posticipando l’acquisto di una nuova abitazione.
La logistica europea batte tutti i record! «La continua forte domanda da parte degli utilizzatori è stata condizionata da esigenze quali l’ottimizzazione del network e l’outsourcing, così come la robusta domanda generata dall’e-commerce e la considerevole domanda nazionale nei mercati emergenti sia nell’area CEE (Europa Centrale e dell’Est) che in Asia» commenta Alexandra Tornow, EMEA Industrial and Logistics Research di Jones Lang LaSalle.
Nel 2011, l’assorbimento di asset logistici superiori ai 5.000 mq in Europa (10.000 in Inghilterra) ha raggiunto il picco di 16.3 milioni di mq, il 12% in più rispetto al 2010 e il 59% in più rispetto alla media decennale. L’attività a livello annuale è aumentata nella maggior parte dei mercati, inclusi quelli di Paesi la cui crescita economica è rimasta schiacciata o addirittura contratta nell’ultima parte dell’anno.
Il maggior incremento del take up a livello annuale si è registrato in Belgio (+121%, anche se la crescita è arrivata da livelli ridotti), Francia (+52%) ed Ungheria (+52%). Una crescita sostanziale è stata anche evidente nei Paesi Bassi (+20%), in Polonia (+28%) e, abbastanza sorprendentemente, in Italia (+26%).
L’attività più intensa si è registrata in Germania (31% del totale europeo), dove per la prima volta nel 2011 è stato superato il traguardo dei 5 milioni di mq. L’attività in Francia è accelerata durante la seconda metà dell’anno, con quasi 1.9 milioni di mq assorbiti nell’intero 2011, secondo miglior risultato in Europa. L’Inghilterra, invece, è uscita dalla “top 3” dello scorso anno, con un take up di 1.2 milioni di mq. L’attività è stata ostacolata dalle tetre prospettive di crescita economica e dalla significativa riduzione degli spazi disponibili all’interno di moderni edifici distributivi.
Tutto ciò, insieme alla necessità di locazioni lunghe per giustificare nuovi sviluppi built-to-suit, si è tradotto nell’impossibilità di poter sempre soddisfare la domanda. La vivace attività degli utilizzatori ha aiutato la Polonia e la Russia a scalare la classifica dei mq assorbiti nel 2011, rispettivamente con 1.7 milioni e 1.6 milioni. I livelli di take up sono aumentati grazie alla maturazione del mercato distributivo nelle varie regioni, con l’ottimizzazione del network e l’outsourcing in corso e grazie alla domanda nazionale, sostenuta da una robusta crescita economica nell’area CEE e in Russia; probabilmente questo trend manterrà l’attività su livelli positivi nel medio periodo.
La Cassazione boccia l’Iva sulla TIA
«Ora chiediamo al Governo Monti di chiudere la vicenda una volta per tutte, dando finalmente piena applicazione alla sentenza della Corte costituzionale e della Cassazione, restituendo l’IVA pagata indebitamente da milioni di cittadini attraverso uno storno sulle future bollette o consentendo la detrazione dell’importo non dovuto nelle dichiarazioni dei redditi» ha dichiarato Mauro Zanini, Vice Presidente Federconsumatori. Ma a cosa si stava riferendo? All’Iva sulla TIA. La Cassazione, con la sentenza dell’8 marzo n°3756 ha confermato definitivamente l’illegittimità dell’IVA sulla TIA.
La sentenza smentisce e censura il comportamento del Governo precedente, che le aveva provate tutte per aggirare 17 milioni di cittadini interessati, declinando le proprie responsabilità ed ostinandosi a non dare applicazione ad una sentenza della alta Corte Costituzionale (n°238/09) che ha stabilito che la TIA è una tassa e non una tariffa, pertanto sulla stessa non è applicabile l’IVA del 10%. Il Governo ci aveva provato con una circolare n°3/2010 del Ministero dell’Economia e delle Finanze e con un decreto interpretativo (D.L.78/2010), “cambiando” nome alla TIA da Tariffa di Igiene Ambientale TIA 1 in Tariffa Integrata Ambientale TIA 2, etichettandola come prestazione di servizio su cui è applicabile l’IVA. Ovvero ne aveva cambiato solo il nome senza cambiare la sostanza. Mancando però il regolamento attuativo per la nuova TIA 2 il Governo aveva stabilito che ad essa andasse applicato il regolamento del 1999 della TIA 1, sulla quale l’IVA è stata dichiarata illegittima.