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Anno XIV Numero 7
– Martedì 28 Gennaio 2014
Nel 2013 le imprese non hanno
smesso di chiedere credito: +1,7%
Rispetto a quanto registrato per la domanda di credito da parte delle famiglie, con queste ultime che durante gli ultimi 5 anni si sono adoperate in un sostanziale deleveraging riducendo in modo significativo sia il numero delle richieste sia l’importo di mutui e prestiti, le imprese italiane non hanno di fatto mai smesso di rivolgersi agli Istituti di credito per sostenere la propria attività.
Anche nel mese di dicembre appena concluso, infatti, il numero delle domande di finanziamento da parte delle imprese è cresciuto del 5,7% (dato ponderato sul numero di giorni lavorativi) rispetto allo stesso mese del 2012, portando l’incremento complessivo nei 12 mesi ad un +1,7% rispetto all’anno precedente.
In particolare, dall’ultima rilevazione condotta da CRIF emerge che il numero di richieste presentate alle Aziende di credito nel semestre luglio-dicembre risulta essere il più elevato in assoluto dal 2009 ad oggi, ovvero da quando la crisi economica ha iniziato a far sentire i suoi effetti, a conferma del fatto che le imprese italiane non hanno smesso di rivolgersi agli istituti di credito in questa difficile fase del ciclo economico.
I costi per mantenere un’abitazione
aumentano del +2% nel 2014
di Pierpaolo Molinengo
La casa ed i costi ad essa connessi rappresentano uno dei problemi principali degli italiani.
Non a caso il tema della tassazione sulla casa e la confusione che ancora lo circonda sono tutt’oggi il nodo centrale delle discussioni e degli interventi dei vari schieramenti politici.
Ma i costi relativi all’abitazione non si limitano alla tassazione. Secondo il consueto monitoraggio dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale della Federconsumatori, nel 2014, i costi relativi al mantenimento di una casa (un appartamento-tipo, di 90 mq in una zona semicentrale di una grande area metropolitana) sono aumentati mediamente del 2%.
Tali costi ammontano rispettivamente, nel 2014 a:
– 1728,19 Euro al mese per un appartamento in affitto (+33,49 Euro al mese rispetto al 2013)
– 1158,80 Euro al mese per un appartamento di proprietà (+28,10 Euro al mese rispetto al 2013)
Aumenti che, tutto sommato, risultano contenuti, dal momento che diverse voci sono in ribasso: dal gas alla telefonia.
A crescere, invece, sono soprattutto le voci relative alla IUC, specialmente per i proprietari di casa, per i quali si configurerà, come purtroppo avevamo previsto, come una vera e propria “simil IMU”.
Alla luce di tali aggiornamenti, per l’acquisto dell’appartamento-tipo preso in considerazione sono necessarie 19,1 annualità di stipendio (nel 2011 si era scesi a 18 anni).
Un andamento determinato, da un lato, dalla caduta verticale del potere di acquisto delle famiglie e, dall’altro, dalla flessione ancora del tutto insufficiente dei prezzi delle case.
«E’ fondamentale che il Governo intervenga con urgenza facendo chiarezza sul fronte della tassazione: le famiglie si trovano infatti nel panico, sono in molti a non aver ancora capito cosa dovranno pagare ed entro quando – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef -. Inoltre è necessario che prenda provvedimenti concreti per fornire un sostegno concreto alle famiglie, rilanciando la domanda di mercato, avviando un serio piano per la ripresa dell’occupazione e dotando il Paese di un serio piano per l’edilizia residenziale. Solo così le famiglie saranno di nuovo in grado di sostenere i costi necessari per il mantenimento delle proprie abitazioni, senza essere costretti a dolorose rinunce».
ALL’INTERNO
Le previsioni di Kiron sul mercato dei mutui
Renato Landoni, Presidente Kìron Partner SpA, ritiene che nel terzo trimestre del 2013 le famiglie italiane hanno ricevuto finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione per 4.958,08 milioni di euro. Rispetto allo stesso trimestre del 2012 si registra una variazione delle erogazioni pari a -7%, per un controvalore di -373,45 mln di euro. È quanto emerge dai dati riportati nel Bollettino Statistico IV-2013 pubblicato da Banca d’Italia nel mese di Gennaio 2014. L’andamento delle erogazioni trimestrali, seppur in negativo, denota un miglioramento del mercato delle erogazioni se raffrontato con i trimestri precedenti. Ciò conferma una tendenza alla ripresa che è in corso da sei trimestri consecutivi e che inizia a far intravedere i primi segnali di una leggera ripresa delle erogazioni verso una dimensione più congrua agli anni passati.
Durante il 2013 il mercato dei mutui alla famiglia ha privilegiato l’accesso al credito a mutuatari di età media (35-45 anni) in cerca della prima casa. Per ottenere un finanziamento è stata fondamentale la situazione lavorativa del richiedente: la stabilità del posto di lavoro è stato un elemento chiave, valutato positivamente soprattutto quando l’operazione ha coinvolto più portatori di reddito, per esempio il coniuge, un genitore o in ogni caso di un parente di primo grado. L’altro elemento discriminante è stato l’apporto personale nell’operazione: maggiore è stato il capitale investito nell’operazione dai richiedenti migliore è stato il giudizio di fattibilità dell’istituto. La domanda di credito segue sia l’andamento del mercato del lavoro nelle sue componenti quali occupazione e reddito nonché il clima di fiducia delle famiglie. L’offerta bancaria rimarrà influenzata dal costo del funding, e dall’andamento del sistema Paese Italia. A fronte di quanto sopra, le variabili che condizioneranno il mercato del 2014 dipenderanno anche dalle decisioni politiche ed economiche del nostro Governo. Per i prossimi mesi si prevede un andamento in linea con quanto rilevato nel 2013, con un probabile e lieve incremento delle erogazioni nella seconda parte del 2014.
Tecnocasa analizza la situazione dei mutui
Le famiglie italiane hanno ricevuto finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione per 4.958,08 milioni di euro nel terzo trimestre del 2013. Rispetto allo stesso trimestre del 2012 si registra una variazione delle erogazioni pari a -7%, per un controvalore di -373,45 mln di euro. È quanto emerge dai dati riportati nel Bollettino Statistico IV-2013 pubblicato da Banca d’Italia nel mese di Gennaio 2014. L’andamento delle erogazioni trimestrali, in raffronto ai periodi precedenti, conferma la tendenza alla contrazione in corso dall’inizio del 2011. Dal secondo trimestre 2012 si nota un miglioramento del quadro complessivo del mercato del credito che, seppur sempre in contrazione, dà i primi segnali di una leggera ripresa verso una situazione di maggiore stabilità. I volumi restano influenzati principalmente da una domanda di credito debole, condizionata da una bassa fiducia dei consumatori e d a un mercato del lavoro che stenta a decollare, oltre che da una sempre alta attenzione al rischio da parte degli operatori del settore. I costi di approvvigionamento sui mercati interbancari restano a valori elevati, seppur in miglioramento rispetto a qualche mese fa, e influenzano il costo dei prodotti finali.
Guardando ai numeri degli ultimi 12 mesi (Ottobre 2012-Settembre 2013) riscontriamo che sono stati erogati alle famiglie italiane finanziamenti per l’acquisto della casa per 21.962,35 mln di euro. Il saldo annuo, se confrontato con quanto rilevato nei 12 mesi precedenti (Ottobre 2011-Settembre 2012), segna un calo dei volumi pari al 25,6%, per un controvalore di -7.568,92 mln di euro. Rispetto all’osservazione sui 12 mesi dello scorso trimestre il calo è stato pari a -1,7%. Dopo il forte calo della domanda di mutui che si è perpetrato per tutto il 2012, dall’inizio del 2013 la contrazione sta rallentando. Secondo CRIF e il suo sistema informativo EURISC, nel mese di Novembre 2013 le richieste di finanziamento mutui da parte delle famiglie hanno registrato un aumento quantificabile nel +8% rispetto a Novembre 2012, confermando così il trend iniziato a Luglio.
Lazio: approvate le prime
modifiche al piano casa
La commissione Ambiente del Consiglio regionale del Lazio ha approvato la prima modifica al ‘Piano Casa’ del Lazio.
Abbiamo un patrimonio straordinario che dobbiamo tutelare. L’unico modello di sviluppo possibile oggi coniuga innovazione, progresso e salvaguardia dell’ambiente.
«L’approvazione della legge – ha spiegato Michele Civita, assessore alle Politiche del territorio – permette la tutela dei parchi e le aree protette. Punta a migliorare il Piano casa e a ricostruire un normale rapporto istituzionale con il Ministero per i Beni e le attività culturali, che ha portato alla sottoscrizione da parte del Ministro Bray e del Presidente Zingaretti di un accordo per l’approvazione definitiva del Piano Paesistico, il più importante strumento regionale in materia di pianificazione urbanistica».
L’obiettivo è offrire un incentivo concreto per rigenerare gli spazi delle nostre città che devono diventare più funzionali e belle e non prevedere altre costruzioni.
Credito: Abi, oltre 5,3 miliardi le sospensioni rate per Pmi e famiglie lombarde
Ammontano ad oltre 5,3 miliardi di euro le quote di debito residuo sospese a Pmi e famiglie in Lombardia, dal 2009 ad oggi, con le varie moratorie sulle rate dei finanziamenti per affrontare il protrarsi della crisi economica. A questo quadro vanno aggiunti:
– i dati in via di elaborazione dell’Accordo per il credito 2013, tra l’Abi e le altre Associazioni di impresa e operativo da settembre 2013;
– gli 823 milioni di euro dal Plafond Progetti Investimenti Italia, previsto nello stesso Accordo per il 2013;
Questo il focus specifico su tutte le iniziative messe in campo, nel corso della crisi, dal mondo bancario con Istituzioni, Associazioni di impresa e Associazioni dei consumatori attraverso moratorie alle rate, finanziamenti agevolati e plafond per investimenti e sviluppo. I dati sono stati presentati nel corso dell’incontro di sabato 18 gennaio a Sondrio, ottava tappa – dopo Modena – del Road Show Italia. Iniziativa avviata dall’Abi per raggiungere i territori, attraverso un modello di partecipazione diretta, e “spiegare” da vicino cosa fanno ogni giorno le Banche per il Paese.
Prosegue la fase di indebolimento delle attività produttive in Lombardia: le difficoltà congiunturali, iniziate nella seconda metà del 2011 in conseguenza delle tensioni sul debito sovrano e delle manovre di consolidamento fiscale, si sono intensificate nell’ultimo biennio. La recessione si è sentita in particolar modo nell’industria e nel comparto delle costruzioni. Nell’industria, i cali produttivi sono stati eterogenei tra province, anche per effetto della diversa specializzazione settoriale. Nel 2012 l’unico stimolo alla crescita era venuto dalle esportazioni (+3,7% la variazione annua), che però si è annullato nel 2013 (-0,1% nei primi nove mesi del 2013).
In questo scenario, il mondo bancario – legato alla sua essenza prettamente commerciale – sconta gli effetti delle fragilità del sistema produttivo e dei problemi della mancata crescita. Infatti, l’espansione del credito trova un vincolo spesso insormontabile nel fortissimo aumento del costo del rischio, con il risultato che in Lombardia ad ottobre 2013 il rapporto sofferenze/impieghi ha raggiunto il 6,6%, con sofferenze per oltre 30,3 miliardi di euro (7,8% il rapporto sofferenze/impieghi della media nazionale; 6,8% nell’Italia Nord-Occidentale).

IMPRESE
In questa fase di crisi, il consolidamento del rapporto tra banche e imprese ha prodotto risultati importanti: l’Avviso comune per la sospensione dei mutui ha rappresentato la prova più tangibile di quanto le banche siano vicine alle imprese. Con le “Nuove misure per il credito alle Pmi”, avviate a febbraio 2012, le banche a livello nazionale hanno sospeso 114.000 finanziamenti a livello nazionale (che si aggiungono ai 260.000 dell’Avviso comune scaduto il 31 luglio 2011), pari a 34,9 miliardi di debito residuo (in aggiunta ai 70 miliardi dell’Avviso comune) con una liquidità liberata di 5,4 miliardi (oltre ai 15 miliardi di euro con l’Avviso comune).
In particolare, in Lombardia attraverso l’Avviso comune sono state accolte 76.094 domande di sospensione per un ammontare della quota sospesa di 4 miliardi di euro; con le Nuove misure per il credito alle Pmi sono state accolte 22.424 domande di sospensione per un ammontare della quota sospesa di 1,1 miliardi di euro.