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Anno XIII Numero 88
– Venerdì 6 Dicembre 2013
Nomisma: segni positivi nel 2016 per il mercato?
di Pierpaolo Molinengo
«La seconda ondata recessiva iniziata nel 2011 parrebbe essere giunta a conclusione: anche se per il 2014 non si preannunciano significativi miglioramenti, a partire dal 2015 si ritiene plausibile un avvio di ripresa che dovrebbe avere un impulso maggiore nel segmento non residenziale rispetto a quello abitativo» si legge nell’Osservatorio sul Mercato Immobiliare, novembre 2013 curato da Nomisma su 13 grandi città.
Prevalgono i giudizi negativi da parte degli operatori immobiliari per i prossimi 6 mesi; le previsioni relative ai valori sono orientate ad un maggior pessimismo rispetto a quelle relative alle quantità scambiate, il cui saldo previsionale risulta in aumento rispetto allo scorso semestre.
Per il 2013 è prevista una nuova flessione, sebbene la contrazione si preannunci inferiore a quella registrata lo scorso anno e tenda a perdere di intensità con il passare dei trimestri. L’anno in corso dovrebbe chiudersi con un numero di compravendite nell’ordine delle 407mila unità, cui corrisponde una variazione annuale pari a -8,3%. Nel prossimo biennio le transazioni dovrebbero aumentare ad un ritmo superiore al 9% annuo, rimanendo pur sempre al di sotto delle 500mila unità. Questo scenario presuppone tuttavia, una prosecuzione dell’aggiustamento dei prezzi degli immobili: il repricing, cominciato in
ritardo rispetto alla caduta delle compravendite, proseguirà anche nel prossimo biennio, seppure con un’intensità via via decrescente. L’aggiustamento verso il basso dei valori immobiliari sarà significativo nel 2014 in tutti i comparti, sarà più contenuto nel 2015 (con decrementi di entità inferiore ai 2 punti percentuali), mentre occorrerà attendere il 2016 per tornare ad avere segni positivi. Nella seconda metà del 2013 il mercato immobiliare nelle maggiori città italiane ha mantenuto un’intonazione negativa associata ad una stabilizzazione di alcuni indicatori, che potrebbero essere interpretati come segnali di una possibile inversione di tendenza nel breve periodo.
Nomisma, nel suo Osservatorio, fotografa come l’andamento tra offerta e domanda di acquisto si attenui nelle zone di pregio e centrali; tendenza analoga per il segmento delle locazione ad uso abitativo: sul mercato è presente una domanda esigua, ma in grado di rispettare gli impegni contrattuali.

Ad ottobre accelera la domanda di credito da parte delle imprese: +9,5%
Nel mese di ottobre da poco concluso il numero delle richieste di finanziamento da parte delle imprese italiane sono cresciute quasi a doppia cifra, facendo segnare un +9,5% (dato ponderato sul numero di giorni lavorativi) rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
A partire dal 2007, ovvero prima dell’esplosione della crisi economica che ha condizionato tanto pesantemente l’ultimo quinquennio, non si era mai registrato un dato mensile più elevato in valori assoluti.
Analizzando invece la domanda aggregata nei primi 10 mesi dell’anno in corso, si evidenzia una crescita decisamente contenuta, pari a +0,5% rispetto al periodo gennaio-ottobre 2012.
Queste le salienze dell’ultima analisi del Barometro CRIF sulla domanda di credito da parte delle imprese elaborata sulla base del patrimonio informativo di EURISC – il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF che raccoglie i
dati relativi a oltre 77 milioni di posizioni creditizie di cui più di 8 milioni attribuite a utenti business.
«L’andamento della domanda di credito rappresenta un indicatore di straordinaria efficacia e tempestività per valutare il livello di fiducia delle imprese nei confronti del futuro – spiega Simone Capecchi, Direttore Sales & Marketing di CRIF –. Nello specifico, il trend rilevato negli ultimi mesi mette in evidenza come le imprese italiane non abbiano assolutamente smesso di rivolgersi alle Aziende di credito nemmeno in questa fase di perdurante incertezza. Piuttosto, quella che è cambiata nel corso degli ultimi anni è la finalità dei crediti, richiesti non tanto per finanziare i progetti di investimento quanto, frequentemente, per sostenere l’attività corrente».

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Container e navi stimolano
la domanda di magazzini
La crescita del commercio mondiale sta contribuendo ad un aumento della domanda di stoccaggio e di immobili logistici in Europa, secondo una nuova ricerca di Jones Lang LaSalle.
Il report, dal titolo European Seaports: growing logistics opportunity, evidenzia come il cambiamento dei modelli commerciali marittimi, ad esempio l’aumento nelle dimensioni delle portacontainer, l’aumento dei volumi globali di container e un cambiamento nei canali distributivi, stiano stimolando la domanda di centri logistici portuali e di immobili industriali.
Il volume globale dei container in transito nei porti è salito da 90 milioni di TEU nel 1990 a 590 milioni di TEU nel 2012, un aumento del 550%. Si prevede un aumento dei volumi portuali europei da 95 milioni di TEU del 2012 a circa 150 milioni di TEU entro il 2030, un aumento del 50%. Questo aumento nell’attività dei container porterà ad un incremento di strutture per la distribuzione, entro il 2030, dell’ordine di 20-30 milioni di metri quadrati, cioè un concreto aumento del 40-60% rispetto all’attuale spazio di magazzini nelle regioni i cui porti hanno avuto un volume annuale di oltre 500.000 TEU nel 2012.
Le dimensioni delle portacontainer continuano ad aumentare, con navi che arrivano fino a 18.000 TEU in servizio attivo oggi. Queste navi di maggiori dimensioni potranno incanalare il grosso dei volumi attraverso un numero limitato di porti, dal momento che solo 20 porti marittimi europei oggi offrono l’accessibilità nautica necessaria e la capacità di gestione che questo tipo di navi richiede.
Alexandra Tornow, EMEA Logistics & Industrial Research, Jones Lang LaSalle: «i porti marittimi stanno competendo sempre più l’uno con l’altro per attrarre o mantenere rotte di spedizione. I porti vedranno il loro vantaggio competitivo venire sempre più spesso definito dall’accesso a navi più grandi, insieme a un’efficiente connettività multimodale dell’entroterra in grado di consentire un immagazzinamento efficiente e la successiva distribuzione del carico».
Phil Marsden, EMEA Head of Logistics & Industrial, Jones Lang LaSalle ha affermato: «la logistica incentrata sui porti è sempre più sotto i riflettori perché offre diversi vantaggi concreti come ridotti costi di trasporto, tempi di consegna più veloci e minore impatto ambientale, togliendo traffico dalle strade».
Tecnocasa: il mercato delle locazioni in Piemonte
A Torino nel quartiere Crocetta sul mercato delle locazioni si registra una buona domanda soprattutto da parte degli studenti del Politecnico che cercano casa nel periodo che va da maggio a settembre. Un bilocale costa intorno a 450-500 € al mese. Cercano abitazioni vicine al Politecnico, arredate con decoro, in buone condizioni. Nella zona di San Salvario -Valentino – Sacro Cuore sul mercato delle locazioni si registra una buona domanda alimentata da coloro che non riescono ad acquistare e da studenti fuori sede. I canoni sono in ribasso perché i proprietari preferiscono assicurarsi sulla affidabilità dell’inquilino. Si stipulano prevalentemente contratti a canone libero. Nella zona di Mirafiori – Traiano chi acquista con questa finalità si trova un mercato delle locazioni molto attivo alimentato da dipendenti della Fiat e delle aziende limitrofe. Per un bilocale si spend ono mediamente 400-500 € al mese, per un trilocale 500-550 € al mese. Si cercano sia soluzioni vuote sia arredate e per questo si stipulano sia contratti a canone libero sia transitori.
A Cit Turin si registra una diminuzione dei valori nonostante la domanda sia decisamente elevata, in particolare per gli appartamenti arredati di piccolo taglio. A ricercare immobili in locazione sono giovani coppie, lavoratori fuori sede oppure studenti del Politecnico e di altre facoltà universitarie. Si stipulano contratti di tipo transitorio, libero e concordato.
Per un trilocale si chiedono mediamente 480-500 € al mese. Più difficile affittare immobili il cui canone è superiore a 800 € al mese. Nella zona di Santa Rita – Tripoli si registra una buona domanda alimentata da studenti presso il Politecnico e da coloro che lavorano presso l’Ospedale Mauriziano. I potenziali inquilini sono diventati selettivi e cercano abitazioni ben tenute e ben arredate. Per un monolocale si chiedono 350 € al mese, per un bilocale 450 € al mese. Si stipulano soprattutto contratti a canone libero.

Asti
Nel centro di Asti si registra un aumento della domanda di immobili in affitto. A cercare sono immigrati ed italiani che non sempre hanno un lavoro a tempo indeterminato. Questo causa difficoltà ai proprietari che sono sempre più esigenti. Molto successo riscuote il contratto di tipo concordato. Per un bilocale si spendono cifre di 300-350 € al mese.
Nella zona centro – nord della città si registrano soprattutto richieste da parte di immigrati. Abbondante l’offerta di immobili in locazione. I canoni di locazione sono di 280 € per un bilocale e di 350 € per un trilocale. Il contratto più stipulato è quello a canone libero. Buona l’adesione alla cedolare secca.
A Novara c’è una domanda molto elevata, alimentata da coloro che non riescono a comprare.

Le potenzialità delle imprese nell’edilizia
Nel settore dell’Edilizia e Attività Immobiliari sono 1.096 le società di capitali che presentano le caratteristiche potenziali per poter accedere al mercato dei cosiddetti “mini-bond” e più in generale delle obbligazioni, quindi con la possibilità di raccogliere le risorse finanziarie necessarie a sostenere piani di sviluppo o di espansione anche internazionale.
Del resto in un periodo come quello attuale, caratterizzato da una prolungata difficoltà da parte delle piccole e medie imprese ad accedere a finanziamenti tramite il tradizionale circuito dell’intermediazione creditizia, diventa assolutamente fondamentale poter reperire risorse finanziarie, in particolare di medio-lungo termine, anche attraverso canali alternativi o complementari a quello degli istituti di credito. Questa situazione, insieme alla spinta normativa avviata con il Decreto Sviluppo del 2012, ha determinato i presupposti affinché il mercato dei mini-bond inizi a decollare, come testimoniano anche le prime recenti emissioni.
Entrando nel dettaglio, dallo studio realizzato nel mese di ottobre da CRIF Rating Agency – la prima agenzia di rating italiana riconosciuta nell’ambito della recente cornice regolamentare europea – risulta che su 10.457 “campioni” dell’economia nazionale, quelle attive nel settore dell’Edilizia e Attività Immobiliari rappresentano una quota pari al 10,5% del totale.
Complessivamente, dallo studio emerge una concentrazione prevalente nelle regioni del Nord-Ovest, con 424 eccellenze che rappresentano il 38,7% del totale. Seguono a distanza quelle del Nord-Est (271 casi, 24,7%), del Centro (232, 21,2%) e del Sud e Isole (169, 15,4%).

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