Case dette di lusso: numeri senza criterio |
La Confedilizia diffonde gli ultimi dati disponibili relativi agli immobili compresi nelle categorie catastali A1 (abitazioni signorili), A8 (ville) e A9 (castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici), suddivisi per provincia e per capoluogo di provincia. Il raffronto permette di rilevare l’assenza di qualsiasi logica nell’individuazione di tutti questi immobili: la varietà estrema dei dati non ha alcun razionale e obiettivo collegamento con la demografia, la storia, l’arte, i valori e la consistenza del patrimonio immobiliare.
Per la categoria A1 (36.130 unità immobiliari in tutta Italia) si va dalle 5.127 unità immobiliari di Genova alle zero di Oristano. Per la categoria A8 (35.706 in tutta Italia), la quantità massima si registra a Firenze (2.696 unità immobiliari) mentre in 3 province (Isernia, Matera e Sondrio) non vi è neppure un immobile inquadrato in tale categoria. Quanto agli A9 (2.594 il totale in Italia), a registrare il maggior numero di unità immobiliari è la provincia di Bologna (con 464 unità) mentre in ben 15 province non vi è alcun immobile con tale inquadramento catastale. Tra questi minimi e massimi, i numeri variano enormemente, con differenze sorprendenti anche fra territori del tutto simili per estensione e numero di abitanti.
È tanto ricorrente quanto errata la denominazione che viene data a tali immobili, definiti solitamente “di lusso”. Si tende demagogicamente ad assimilarl i, senza mai considerare la reale situazione della consistenza di tali immobili provincia per provincia e senza riflettere, ad esempio, sulle spese necessarie ai proprietari di ville e palazzi storici per il semplice mantenimento di tali beni.
La Confedilizia rileva che – nonostante questa situazione, più volte denunciata – pure la legge di stabilità 2014, in discussione al Senato, tende a discriminare tutti gli immobili A1, A8 e A9 (74.430 in tutta Italia), inserendoli in un comparto di reietti, da colpire fiscalmente, senza alcuna realistica considerazione né delle reali caratteristiche di tali immobili né della loro individuazione sul territorio. Si vuole colpire un settore della proprietà immobiliare, agendo in maniera aprioristica. Eppure la semplice conoscenza delle tabelle che l’Organizzazione storica dei proprietari di casa diffonde dovrebbe da sé sola invitare il Parlamento a riflettere prima di punire. |
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Diminuiscono i canoni di locazione in Italia |
Calano ancora gli affitti in Italia con una media del 4,5%, ma a fronte di flessioni a doppia cifra per città come Perugia (-14,2%) e Trieste (-11,8%), le città metropolitane vanno verso la stabilizzazione (Roma -0,5%, Napoli -1,4% e Milano -2,3%) dopo la vistosa riduzione dei canoni registrata nel 2012. A fotografare queste tendenze è il Rapporto sulle locazioni 2013 realizzato, con il supporto scientifico di Nomisma, da Solo Affitti, il franchising immobiliare leader in Italia nella locazione con 350 agenzie (40 in Spagna). “Le grandi città – afferma Silvia Spronelli, presidente di Solo Affitti – hanno anticipato lo scorso anno il trend in calo degli affitti, perciò, proprio leggendo i numeri delle realtà metropolitane ci aspettiamo per il 2014 una sostanziale stabilità dei canoni e buon numero dei contratti di locazione nel residenziale, soprattutto in c entro città”.
L’andamento delle locazioni in Italia. Dopo Perugia (-14,2%), che potrebbe aver risentito del calo degli iscritti all’università, i cali più consistenti dei prezzi d’affitto si sono rilevati a Trieste (-11,8%), Campobasso (-8,2%), Genova (-8,1)% e Torino (-7,4%), dove lo scorso anno erano rimasti sostanzialmente invariati (-0,4%). I canoni di locazione si sono ridotti in misura superiore alla media nazionale anche a Palermo (-7,3%), Ancona (-6,7%) e Potenza (-6,4%) mentre sono stati più modesti i cali a Trento (-1,1%), Bologna (-1,4%), Cagliari (-1,5%), Venezia (-2,1%) e Bari (-2,2%).
Tutte le tipologie di immobili hanno fatto registrare mediamente lo stesso ribasso dei canoni con bilocali (-4,7%) un po’ sopra la media nazionale, trilocali (-4,5%) e quadrilocali in linea (-4,4%), e monolocali che hanno tenuto meglio (-4,3%) degli altri. A Milano hanno sofferto in particolare i monolocali (-12,8%) mentre le quotazioni dei quadrilocali hanno avuto un incremento (+2,9%). Tendenza dettata forse dalla domanda sempre crescente di condividere gli spazi per contenere le spese.
I canoni medi. Secondo le rilevazioni di Solo Affitti la presenza dell’arredamento nell’immobile o la disponibilità del garage costa mediamente tra i 42 e i 53 euro in più al mese. |
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