FINANZA. INDICE IFIIT OTTOBRE

Indice IFIIT di Febbraio elaborato da Paolo Gila, socio ordinario Assoconsulenza Associazione Italiana Consulenti di Investimento www.assoconsulenza.eu IFIIT INDICE DI FIDUCIA SUGLI INVESTIMENTI IN INNOVAZIONE TECNOLOGICA La misura della propensione agli investimenti in innovazione tecnologica INDICE DI SETTEMBRE 2013 ( RILEVAZIONI SETTEMBRE )

INDICE DI FIDUCIA SUGLI INVESTIMENTI IN INNOVAZIONE TECNOLOGICA

La misura della propensione agli investimenti in innovazione tecnologica

I M R

IFIIT MONTHLY REPORT

INDICE DI OTTOBRE 2013 (RILEVAZIONI SETTEMBRE 2013)

Pubblicazione 10          OTTOBRE 2013

Numero di sintesi:

32,10

“L’impresa è per eccellenza il luogo dell’innovazione e dello sviluppo”

– Joseph A. Schumpeter –

1) I DATI

Quadro di sintesi dei dati rilevati nel mese

  • Battuta d’arresto dell’Indice Ifiit nel mese di ottobre. Scende dai 32,30 punti di settembre agli attuali 32,10, restando comunque al di sopra della soglia dei 32 punti e dei valori degli ultimi mesi (30,80 in luglio e 31,70 in agosto).
  • Resta confermato che in Italia solo un’impresa su tre è orientata a investire in innovazione tecnologica nel breve e nel medio termine, mentre permane ancora elevata la platea dei titolari di attività che manifestano un atteggiamento attendista.
  • Ancora molto diffusa tra gli imprenditori del campione di Ifiit una considerazione realistica sulle difficoltà ad ottenere credito dal sistema bancario per finanziare lo sviluppo e l’innovazione.
  • In questo quadro di incertezza e di prudenza, in attesa di più consistenti segnali di ripresa, si irrobustisce la presenza di operatori e investitori che puntano a far migrare imprese e idee del made in Italy all’estero.
  • La Lombardia si conferma al primo posto nella classifica regionale della propensione agli investimenti innovativi, seguita dal Triveneto e dall’Emilia Romagna, quindi dal Lazio.
  • Rimane alta e superiore alla media la propensione ad investire in innovazione tecnologica nei settori della sicurezza, della meccanica fine e dell’energia.
  • Nella media i comparti del trasporto, il metalmeccanico tradizionale e l’agroalimentare.
  • Al di sotto della media dell’indice generale i settori professionali, il commercio al dettaglio, mentre qualche segnale di risveglio mostra l’edilizia, anche se a macchia di leopardo.

2) IL COMMENTO

I pesci malati e l’acquario torbido

L’innovazione ha bisogno di idee e di capitali, ma anche di un contesto che la sostenga. In economia il contesto è rappresentato anche dal rischio-paese, che viene percepito e influenzato a sua volta dalle condotte degli investitori e che spesso e volentieri – ma non senza qualche discutibile licenza comportamentale e di giudizio – viene ingessato nelle griglie delle rigide classificazioni operate dalle società di rating. E’ di queste settimane l’indiscrezione, che rumoreggia tra gli operatori, di un ulteriore e possibile downgrade del debito pubblico italiano e di alcuni importanti gruppi industriali italiani. Intanto c’è chi ha messo le mani avanti. Moody’s ha declassato Telecom abbassando il rating di due notches (livelli di merito) a Ba1 e di fatto il debito di Telecom è considerato ormai “spazzatura”. In particolare, sulla società telefonica Standard & Poor’s si pronuncerà a novembre dopo la presentazione del nuovo piano strategico: se anche l’altro colosso dei giudizi di merito di credito dovesse optare per un declassamento del debito di Telecom (attraverso il calo di uno o due notches a BB+ o a BB), chi ancora detenesse titoli del gruppo –obbligazioni (ma anche azioni) – si troverebbe in mano carta di poco valore. La discesa progressiva verso il livello dei “junk bond” – i titoli spazzatura – ha un immediato quanto drammatico esito sul costo del debito. Automaticamente – sostengono gli analisti – il ricorso ai finanziamenti dal sistema credito subisce un aumento dei costi pari al 10 – 15%, in quanto la compagnia telefonica verrebbe appunto percepita – o presentata – come una società meno affidabile e dovrebbe pagare di più il costo del denaro ottenuto attraverso il circuito dei finanziamenti. Se in questo contesto – dove anche Alitalia e altre aziende non se la passano poi così bene – dovesse essere declassato in ultima analisi anche il debito pubblico italiano, il quadro diventerebbe ancora più preoccupante. Perché non sarebbe malato solo un pesce, ma l’intero acquario, con effetti più o meno gravi su tutto il comparto produttivo, che troverebbe ancor più difficile il ricorso al credito bancario. I finanziamenti per l’innovazione e lo sviluppo potrebbero diventare ancora più onerosi, i progetti di miglioramento delle attività di processo e di prodotto potrebbero andare incontro a richieste insostenibili o a condizioni capestro. Per tutti: anche per le piccole e le medie imprese che vogliono innovare e internazionalizzare. Insomma, fare innovazione sarebbe ancora più difficile, costoso e complicato. Sarebbe un contesto “diversamente innovativo” quello in cui molti imprenditori potrebbero imbattersi. A queste considerazioni si aggiunga che – come è stato testimoniato in report precedenti – diverse aziende hanno ottenuto finanziamenti da banche estere, ma a patto che la loro produzione venga portata in altri paesi, considerati meno a rischio dell’Italia. Insomma, si premia il “made in Italy” come idealità e creatività, a patto che però si realizzi fuori dalla Penisola! In questo contesto c’è qualcosa che non va. Serve un colpo di reni, uno scatto d’orgoglio da parte della politica e da parte delle istituzioni, per evitare che il costo dell’innovazione giunga ad essere proibitivo e induca sempre più operatori a prendere la strada dell’estero per vedere finanziati i propri progetti.

  • Ifiit è un marchio registrato a livello comunitario
  • IMR – Ifiit Monthly Report è coperto da Copyright dal 2007

Ifiit è l’Indice di Fiducia sugli investimenti in innovazione tecnologica, accreditato presso il Ministero dello sviluppo economico e l’Agenzia dell’Innovazione.

Ifiit Monthly Report è una sintesi di un’attività di ricerca sulla fiducia in investimenti tecnologici che mensilmente viene effettuata su un campione qualificato e rappresentativo dell’economia italiana.

Lo staff di Ifiit si avvale di un Focus Group, costituito in prevalenza da operatori qualificati e da esperti accademici, per l’interpretazione dei dati e delle tendenze. Per le sue caratteristiche di indice di fiducia, Ifiit si presta ad essere consultato anche come strumento previsionale dei cicli economici.

Indice Ifiit Via Pisanello 8 20146 Milano

Supervisor Paolo Gila